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Andrea Argenti è ossessionato dallo "spettro della libertà", che lo porta a disertare i luoghi comuni e le convenzioni sociali dominanti, accompagnandolo verso un esilio esistenziale e una marginalità fortemente voluti, ma in parte affannosamente subiti. Tutto ciò lo spinge a mettere per iscritto una sorta di testamento telematico, fatto di appunti sparsi e di considerazioni sulla fatica del vivere, sulla violenza e l'ipocrisia del potere e sul suo eterno amore mancato, la sfuggente "O. dagli occhi della notte e dalle braccia arcuate". Al suo fianco, in questo tortuoso e solitario cammino, in questa ricerca inconcludente ma irrinunciabile dell'ideale, compaiono figure e situazioni molto diverse fra loro, che vanno dalla predilezione per i gatti randagi e per l'amato cane Robespierre al difficile ma tenero rapporto con la madre, dalla vicenda "parallela" di un fuggitivo spagnolo all'incontro casuale e foriero di speranza con una prostituta di nome Eva.